Lo scorso finesettimana ha visto Lupi delle Vette e Memento impegnati nella riscoperta di quei luoghi alpini scenario della Grande Guerra, nel centenario del suo scoppio, nella zona del passo Tonale. Durante il primo giorno un’escursione montana nella località di Somalbosco ci ha portati fino a un trinceramento italiano a quota 2500 metri, dove ci siamo potuti ben parzialmente rendere conto delle condizioni climatiche e ambientali estremamente rigide nelle quali i soldati italiani hanno dovuto resistere per quattro lunghi e freddissimi inverni. La giornata successiva è stata dedicata alla visita guidata del fortino austriaco di Strino, in val di Sole, posto davanti alle magnifiche vette innevate del gruppo Adamello-Presanella. Tra quelle mura che hanno assorbito l’urto di mille cannonate ci siamo nuovamente proiettati con lo spirito in quella terribile e grandiosa pagina di storia italiana, crogiuolo di sangue, ghiaccio e dinamite. Le lingue di neve che scendono dai ghiacciai sorvegliati dal fortino sono state un tempo risalite da uomini piegati dalla fatica del trasporto dei cannoni, distrutti fisicamente e moralmente dal freddo e dalle granate. Il viaggio è terminato dinnanzi al sacrario del Tonale, una cripta ove riposano soldati italiani e austriaci mai tornati a casa, talvolta presi in custodia dai ghiacci eterni che per decine di anni li hanno conservati e che solo recentemente sono riaffiorati per essere sepolti dai loro posteri. Posteri ed eredi che, nel nostro caso, si sono congedati col cuore gonfio e greve di sentimenti d’amor patrio e gratitudine verso chi in altri tempi ha percorso la via dell’Onore.

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