Venerdì 21 febbraio si è tenuto, presso l’Università degli Studi di Milano, un convegno in ricordo dei martiri della foibe e del tragico esodo degli Italiani di Istria, Fiume e Dalmazia.
L’iniziativa – promossa da Gruppo Alpha e da Azione Universitaria – ha voluto ribadire come anche nel nostro Ateneo debbano essere ricordate nella piena affermazione della verità storica i tragici eventi che colpirono il confine orientale dal 1943 al dopoguerra: la pulizia etnica compiuta contro la popolazione italiana da parte dei partigiani comunisti del Maresciallo Tito, la vile cessione di quelle  terre alla Jugoslavia, il tragico esodo forzato della popolazione italiana in fuga dalla persecuzione.

Ad aprire la giornata sono stati gli studenti Emilio Cornelio (consigliere di Azione Universitaria) e Chiara Telmon (rappresentante della delegazione monzese dell’Associazione A.D.ES.), i quali hanno ribadito il valore di quest’iniziativa nel contesto universitario come migliore risposta al negazionismo anti-italiano del quale vi sono state manifestazioni proprio in occasione del Giorno del Ricordo di quest’anno come il noto post su facebook di un consigliere di zona a Milano e le minacce ricevute dai ragazzi di Rotta di Collisione durante la Consulta provinciale degli Studenti e la conseguente bocciatura di proposte per ricordare il 10 febbraio.

Ha portato la sua testimonianza di esule Tito Lucillo Sidari, dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia. In qualità di vice sindaco del Libero Comune di Pola, Sidari ha posto l’accento sulle responsabilità politiche del comunismo italiano che durante la guerra fu complice del disegno annessionistico del confine orientale, e che successivamente non prese le distanze né dalla pulizia etnica titina né dall’imposizione dell’esodo alla popolazione italiana. Interessantissima anche una parte di approfondimento storico sulle radici culturali Italiane e Venete delle terre di Istria, Fiume, Dalmazia, radici che sono ancora tangibili nell’architettura e nell’arte di quelle terre, riconosciute italiche in tempo lontani già dallo stesso Dante Alighieri.

Nella parte finale della conferenza, prendendo spunto dal fatto storico – riportato dallo stesso Sidari – dell’approvazione da parte del governo di Badoglio per il bombardamento di Zara nel 1943, è maturata una riflessione sul fatto che nonostante – con moltissima fatica – siano stati aperti gli armadi della Storia sui crimini comunisti durante la guerra civile, ancora ve ne siano molti da aprire sui crimini inglesi a americani come i terribili bombardamenti sui civili italiani (pensiamo ad esempio alla strage della scuola di Gorla del 1944) o agli stupri di massa commessi in Ciociaria dalle truppe franco – marocchine. Di questi purtroppo, la storiografia ufficiale sembra essersi dimenticata, esattamente come spesso si dimentica ancora di parlare di foibe ed esodo.

La buona riuscita dell’evento ci porterà sicuramente a riproporre senza alcuna riserva iniziative simili nel futuro, convinti che difendere la verità storica sia anzitutto un dovere di coscienza.

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